Shining: Shelley Duvall parla dei suoi disturbi mentali, l’attrice interprete di Wendy nel capolavoro horror firmato da Stanley Kubrick, con protagonista Jack Nicholson, ha rivelato in una recente intervista con l’autorevole Hollywood Reporter di essere stata “costretta a piangere cento volte”. Ecco le sconvolgenti parole della star e la sua inaspettata reazione quando la giornalista americana le ha fatto rivedere dopo tanto tempo, la famosa scena con l’ascia del film cult anni ’80…
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Shelley Duvall parla dei suoi disturbi mentali: «Ho ancora gli incubi se penso a “Shining”»
Impossibile dimenticare il cult anni ’80 «Shining», il capolavoro horror di Stanley Kubrick con protagonista un indimenticabile Jack Nicholson. Quel film è rimasto nella mente di Shelley Duvall, l’attrice che nel film impersonò il personaggio di Wendy Torrance, moglie di Jack Torrance in preda alla follia e armato di accetta.
Shelley Duvall ricorda con terrore «Shining» e la lunga lavorazione sul set del film, un capolavoro che purtroppo l’ha perseguitata durante la vita. Ecco le sue parole:
«Quando mi svegliavo e capivo che avrei dovuto piangere per tutto il giorno andavo nel panico, non so proprio come sia riuscita a farcela».
Shelley Duvall: le parole della star di Shining a Hollywood Reporter
Shelley Duvall si è da tempo ritirata dalle scene ma a gennaio, Seth Abramovitch, una giornalista americana di Hollywood Reporter è andata a trovare l’attrice per parlare con lei.
La giornalista si è trovata davanti una donna completamente cambiata, con la voce roca a causa delle tante sigarette.
Hollywood Reporter scrive che Shelley Duvall oggi vive in una comunità piccola dove tutti si prendono cura degli altri e le persone la coccolano e la considerano come una strana zia.
Hollywood Reporter descrive la Duvall come una donna “non sempre presente a se stessa” che durante l’intervista ha raccontato che Robin Williams (morto suicida nel 2014) è ancora vivo, che sua madre è morta per Covid nel marzo scorso e che non vede i suoi fratelli da molto tempo.
Tuttavia, l’attrice in alcuni momenti si è mostrata molto lucida, e ha ricordato i momenti più importanti della sua carriera. Ha parlato anche della sua vita privata, ricordando il matrimonio di un solo anno con Charles Champlin e le cene divertenti a casa di amici in compagnia di Jack Nicholson, Warren Beatty e Roman Polanski.
Shelley Duvall: «Non voglio piangere tutti i giorni». L’attrice di « Shining» ricorda Stanley Kubrick
«Kubrick non dava mai per buone le riprese, fino al trentacinquesimo tentativo. E ogni volta per trentacinque volte bisognava correre, e piangere, e trascinare questo ragazzino. Era durissimo».
La Duvall prima di girare ogni scena ascoltava canzoni tristi con il suo Walkman, per identificarsi ancora meglio nel ruolo:
«Ma dopo un pò il tuo corpo si ribella, dice: “Basta, non fatemi più questo. Non voglio piangere tutti i giorni”».
La giornalista ha chiesto a Shelley Duvall: “Kubrick era crudele, come è stato scritto?”. Ecco la risposta dell’attrice:
«Forse qualcuno lo aveva trattato in quel modo in passato, ma è sempre stato amichevole con me, ha speso tanto tempo con Jack e con me. Voleva soltanto sedersi vicino e parlare per ore, mentre i tecnici aspettavano».
Shining: Shelley Duvall scoppia a piangere rivedendo la scena con l’ascia
Shelley Duvall ammette di non vedere il film da tanto tempo e, quando la giornalista le mostra con il cellulare la famosa scena in cui Jack irrompe con l’ascia, l’attrice scoppia a piangere ricordando di aver ripetuto quella scena più volte. Ecco le sue parole:
«Abbiamo girato quella scena per tre settimane, ogni giorno. E Jack era bravissimo, era veramente spaventoso. Posso solo immaginare quante donne attraversino simili violenze ogni giorno».
“Shining” e il perfezionismo di Stanley Kubrick sono responsabili dei disturbi mentali di Shelley Duvall? Voi cosa ne pensate? Ditecelo in un commento!
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